“L’avamposto” di Edoardo Morabito. Al cinema La Compagnia di Firenze un road movie avventuroso nella foresta amazzonica tra emergenza climatica e culto dei Pink Floyd
Dopo aver attirato l’attenzione di pubblico e critica alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, dove è stato presentato in prima mondiale come Evento Speciale, L’avamposto, il film documentario di Edoardo Morabito è stato presentato a Firenze al cinema La Compagnia
Girato tra il cuore dell’Amazzonia e la frenetica City affaristica di Londra il film racconta il sogno di una battaglia per salvaguardare il pianeta. Christopher Clark è un eco-guerriero, uno scozzese fuori dall’ordinario che nel cuore della foresta amazzonica ha creato il suo personalissimo Avamposto del progresso: un modello di società utopica basato sull’equilibrio perfetto tra natura e tecnologia, gestito e preservato dagli abitanti della foresta. Ma la situazione peggiora di anno in anno e un nuovo grande incendio minaccia di distruggere l’Avamposto. Chris decide allora di giocare d’azzardo, opponendo alla spettacolare distruzione della foresta un evento altrettanto spettacolare: un concerto dei Pink Floyd dentro l’inferno verde, così da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva.Un film visionario e politico che attraverso le avventure di un Fitzcarraldo del XXI secolo ci racconta le contraddizioni che animano la salvaguardia del pianeta. Il film che è una riflessione non retorica su un tema cruciale è ben girato , si avvale di una splendida fotografia ed è accompagnato da una colonna sonora che gioca con gli echi di una delle più grandi rock band della storia.
“L’Avamposto- ha dichiarato il regista Edoardo Morabito- nasce da un mio bisogno quasi astratto, intriso di un indefinito livore, di raccontare quella che mi appare una contraddizione irrisolvibile e fondante il nostro tempo: per salvare la foresta si deve vendere ai turisti il sogno della giungla per un week end, o magari organizzarci un bel concerto rock. Ma davvero è possibile salvare la foresta con un simbolo del mondo capitalista, lo stesso mondo che la sta distruggendo? Questa contraddizione credo racconti in maniera esaustiva il mondo complesso in cui viviamo. Il film, in ultima analisi, è un racconto sul sogno, e sulla sua importanza per continuare ad immaginare il futuro”.