Lo sport toscano ha saputo resistere alla pandemia. I dati del Quarto rapporto
Nella pratica sportiva gli under 17 hanno risentito di più delle conseguenze del Covid. In basso a destra, un momento della presentazione con il presidente Giani
La pandemia ha modificato i comportamenti e di vita legati all’attività fisica, ma la pratica sportiva dei cittadini toscani nel suo complesso ha tenuto, sia per la determinazione di un popolo di sportivi composto da 1 milione e 400mila praticanti, sia per la capacità mostrata dal sistema delle organizzazioni sportive che hanno saputo arginare le difficoltà dovute all’emergenza.
E’ questo in estrema sintesi il contenuto del Quarto rapporto sullo sport in Toscana che è stato presentato oggi a Firenze, nel corso di una iniziativa che si è svolta a Palazzo Strozzi Sacrati e cui hanno partecipato il presidente della Regione Toscana ed assessore allo Sport, Eugenio Giani e i rappresentanti dei soggetti che hanno collaborato alla realizzazione del rapporto, tra cui l’assessore allo sport del Comune di Firenze Cosimo Guccione, anche a nome dell’Anci, il vicepresidente del Coni Francesco Contorni, il presidente del Comitato italiano paralimpico Toscana Massimo Porciani e la direttrice della Scuola dello Sport, di Sport e Salute Spa, Rossana Ciuffetti.
“Sono stati due anni molto difficili anche per il mondo dello sport – ha evidenziato Giani – ma la straordinaria rete di organizzazioni sportive presente in Toscana ha saputo resistere ai limiti e alle chiusure imposte dal Covid. La diminuzione dei praticanti più abituali, cui è corrisposto un incremento degli sportivi più occasionali, ma soprattutto il calo dei più giovani sono conseguenze significative dei limiti imposti dal Covid alla mobilità e alla frequentazione di impianti e palestre, ma tratta di fenomeni che potranno risultare circoscritti se, come ci auspichiamo si aprirà una fase di rilancio, fase che intendiamo accompagnare e sostenere”.
“In questo periodo – sono ancora parole del presidente – la Regione Toscana ha intensificato le azioni rivolte a enti pubblici, società sportive e praticanti, al fine di promuovere la centralità del mondo sportivo, della pratica sportiva e dell’attività motoria. Stiamo lavorando su due filoni: da una parte sul sostegno al movimento sportivo, con la messa a disposizione di una molteplicità di proposte ed una programmazione volta ad aiutare le società sportive e l’intero sistema, e dall’altra sulla promozione e qualificazione dell’impiantistica sportiva. Sono certo che queste azioni potranno accompagnare l’onda di rilancio di tutto il comparto dello sport toscano”.
I dati del rapporto
La pandemia e gli sportivi – Secondo i dati del rapporto, curato dall’Osservatorio Sociale regionale in collaborazione con Anci Toscana, sono 1 milione 400mila toscani che nel 2021 hanno praticato sport, pari al 39,1% delle persone con più di 3 anni (+4,6% rispetto al dato nazionale). Sono invece circa 1 milione e 200mila (34,1%) i toscani che hanno praticato solo qualche attività fisica e 960.000 (26,9) gli inattivi o sedentari.
Con la pandemia i livelli di pratica sportiva hanno avuto una sostanziale tenuta ma rispetto al 2019 sono diminuiti i praticanti regolari (dal 28,8 al 26,6 del totale) a vantaggio degli occasionali (dal 7,6 al 12,5%). Grazie anche all’aumento di chi svolge solo qualche attività (34,1% rispetto al 32% del 2019) si è ulteriormente ristretta la platea dei sedentari (dal 31,5 al 26,9) segno che il Covid ha comunque rappresentato anche un invito rivolto a tutti a intraprendere qualche attività di movimento.
Se ci si concentra poi esclusivamente sulla fascia dei praticanti attivi si nota come l’arretramento di chi fa sport più assiduamente non riguardi tutte le fasce d’età ma si concentri su bambini e adolescenti: sono gli under 17 ad aver risentito di più, a livello di pratiche sportive, delle conseguenze del Covid.
Non è invece cambiata, nei due anni di pandemia, la dinamica di genere: la percentuale di praticanti è anche in questo caso diminuita a beneficio dei ‘saltuari’ nella stessa maniera sia tra gli uomini che tra le donne; è così rimasta la forbice che c’era prima: i maschi che praticano sport in maniera continuativa sono il 40%, le femmine il 29,6%. Unanime, secondo l’indagine, la voglia del campione coinvolto nell’indagine di continuare o riprendere a fare sport: è infatti fortemente presente tra i cittadini toscani l’importanza di una vita sana e il valore in questo senso dell’attività fisica.
La pandemia e le società sportive – L’indagine, realizzata in questo caso su un campione delle 2.523 società sportive toscane ha permesso di comprendere le conseguenze anche in questo ambito dei limiti imposti dalla pandemia. L’indice dei ricavi mostra, in maniera eloquente, le difficoltà: il 91,6% delle società dichiara di aver registrato nel 2021 perdite economiche rispetto al 2019 e il 60,4% di averle avute superiori al 30%. Un dato, questo che riguarda in maniera maggiore le realtà più piccole e molto di meno quelle di medio-grandi dimensioni.
Inoltre ben 4 società su 5 (78,8%) hanno registrato anche una diminuzione di iscritti e di praticanti occasionali. Se questi sono i dati dell’ultimo biennio, per il futuro si profila un rapido cambiamento di scenario: il 73% delle società pensa di tornare a pieno o quasi pieno regime nel 2022, il 54% pensa che il 2022 sarà in linea o migliore del 2021. La fiducia è diffusa, anche se non riguarda tutto il campione: il 15% delle società ritiene che le proprie attività diminuiranno ancora rispetto al 2019 e il 22% che non si riuscirà a ritornare ai livelli 2019.
La pandemia e i collaboratori sportivi – Allenatori, tecnici, istruttori sportivi, ma anche personale amministrativo: sono queste alcune delle figure indicate come collaboratori sportivi. L’indagine si è rivolta a un campione dei circa 13.500 collaboratori sportivi toscani. Per loro, l’ondata d’urto della pandemia è ben riassumibile nelle ore settimanali lavorate: dalle 19 ore settimanali medie per collaboratore nel 2019, si è passati alle 12 ore nel 2020, risalendo a 14 ore nel 2021. Anche per molti di loro, però le difficoltà vissute non hanno intaccato la fiducia: il 70,1% crede che il proprio futuro sia ancora nel mondo dello sport, mentre il 21,7% è ancora indeciso.